Testi in italiano

Presentazione del volume If Not Us, Who? Con Dario Azzellini, Lorenzo Feltrin e Anna Calori

Se non noi, chi? Lavoratori di tutto il mondo contro autoritarismo, fascismo e dittatura

Transform!Italia presenta il volume If Not Us, Who? della Fondazione Rosa Luxemburgc on il curatore Dario Azzellini e due degli autori, Lorenzo Feltrin e Anna Calori

Termine: 

Se non noi, Chi?

Se non noi, Chi?

Il 25 gennaio alle ore 19.00 terremo una diretta fb su @transform.italia in cui verrà presentato il libro Se non noi, Chi? pubblicato dalla fondazione Rosa Luxemburg di Berlino. L’incontro ha per sottotitolo Lavoratori di tutto il mondo contro autoritarismo, fascismo e dittatura.

Coordinerà il curatore Dario Azzellini e parteciperanno due tra gli autori: Lorenzo Feltrin e Anna Calori.

Elezioni presidenziali in Venezuela, 20 maggio 2018

I primi risultati preliminari annunciati dal Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela danno il presidente Nicolás Maduro come vincitore delle elezioni presidenziali con il 68% dei voti con una partecipazione elettorale tra il 46 e il 48%. Maduro ha ricevuto 5.823.728 voti. Il principale candidato dell’opposizione Henri Falcón ha raggiunto il 21%, 1.820.552 voti, l’oppositore evangelico Javier Bertucci 925.042 voti e il candidato della sinistra trotzkista di opposizione Reinaldo Quijada ha ricevuto 34.614 voti.

Stiamo andando verso un altro crollo economico?

Non c'è dubbio che ci stiamo dirigendo verso un altro crollo economico, poiché il capitalismo è sempre diretto verso un altro crollo economico. È nella natura del capitalismo incrementare il capitale in eccesso e poi distruggerlo nuovamente attraverso crolli e guerre, al fine di far ripartire ancora una volta il processo di accumulazione. Dopo ogni crisi, come ci mostrano i dati storici, il ricco diventa più ricco e la concentrazione di capitale cresce. Da crollo a crollo, i cicli diventano più brevi e si accorciano via via che l'accumulazione di capitale in eccesso diventa più veloce.

Termine: 

Oliver Ressler – Confronting Comfort’s Continent. "Occupy, Resist, Produce" in the foundation La Fabbrica del Cioccolato

Oliver Ressler: born 1970, lives and works in Vienna and produces installations, projects in public space, and films on issues such as economics, democracy, global warming, forms of resistance and social alternatives.

Fabbriche recuperate e nuova istituzionalità mutualistica

Azzellini, Dario; Castronovo, Alioscia: “Le imprese recuperate in Europa”. In: De Nicola, Alberto; Quattrocchi, Biagio (ed.) (2016): Sindacalismo sociale. Lotte e invenzioni istituzionali nella crisi europea. Roma: DeriveApprodi

Termine: 

Ar/ge Kunst: Everything Under Control, Oliver Ressler

Vernissage und Artist Talk, 
25.02.2016, 19 Uhr

Der Künstler Oliver Ressler im Gepräch mit Marco Scotini (Kurator und Direktor von NABA – Neue Akademie der schönen Künste in Mailand)

Die Ausstellung Oliver Resslers (Österreich) ist die erste Einzelausstellung des Künstlers in einer italienischen Institution. Sie ist das Ergebnis des Dialogs und der Zusammenarbeit zwischen den vier europäischen Institutionen: Lentos Museum (Linz), NBK – Neuer Berliner Kunstverein (Berlin), CAC – Centro de Arte Contemporanea (Sevilla), ar/ge kunst (Bozen).

Termine: 

Filmabend im Fab Lab: “Occupy, Resist, Produce”

Wie wird in Zukunft produziert? Weiter in großen Fabriken, die vielleicht Aktionären gehören? Oder an Orten, wo die Leute selbst die Produktion in die Hand nehmen? An einigen Orten in Europa probieren einige genau das: Dinge zu eigenen Bedingungen herzustellen. Zum Beispiel in Trezzano sul Naviglio in der Nähe von Mailand, in Rom oder in Thessaloniki.

Imprese recuperate dai lavoratori nell'emisfero settentrionale durante la crisi attuale

¡Si, podemos!

Novembre 2014, workerscontrol.net / comunianet.org

Originale pubblicato su Org & Demo (Marília) [ISSN: 2238-5703],Vol. 15, n. 1 jan./jun. 2014, pagg. 9-36 (in spagnolo)
Traduzione dallo spagnolo di Antonella Sartori (revisione mb).


Termine: 

Seminario: "Cooperazione produttiva nello spazio urbano"

Il presente seminario si intende come una prosecuzione ed un approfondimento tematico successivo al primo incontro, tenutosi nel mese di luglio 2014, dal titolo “Fabbriche recuperate: la ricostruzione di un territorio solidale”.

Termine: 

Occupy, Resist, Produce - RiMaflow, film 2014, 34 min. by Dario Azzellini and Oliver Ressler

Occupy, Resist, Produce - RiMaflow, film 2014, 34 min.
Dario Azzellini and Oliver Ressler

shown at
Salon Orizzonti Occupati, 24 — 30 September 2014
Utopia is secession without instructions.
Secession, Friedrichstraße 12, 1010 Wien, Austria; www.secession.at

Translation into Italian of the article "Workers’ control at Fralib: the brand with the Elephant" published on roarmag, May 1, 2014

Controllo operaio alla Fralib

In Francia ci sono due casi di fabbriche recuperate occupate dai lavoratori nel corso della crisi attuale. Una è la fabbrica di gelati Pilpa, che ha appena avviato la produzione di gelati e yogurt biologici come società di proprietà dei lavoratori e gestita da essi dopo una lunga lotta. L’altra è la produttrice di tè Fralib. Entrambe erano state chiuse dalle loro gigantesche proprietarie multinazionali per delocalizzare la produzione.

Traduzione in italiano dell'articolo 'Venezuela: Where the Wealthy Stir Violence While the Poor Build a New Society' pubblicato su Creativetimereport, April 28, 2014

Venezuela: dove i ricchi fomentano la violenza e i poveri costruiscono la nuova società

L’artista e documentarista Dario Azzellini sostiene che le proteste in Venezuela rappresentano un feroce attacco al progresso sociale del paese ottenuto durante il governo di Hugo Chávez, incoraggiato da politici anti-chavisti che vivono nelle zone dei benestanti.

Prima che Hugo Chávez diventasse presidente del Venezuela nel 1999, i barrios di Caracas, costruiti alla buona sulle colline che circondano la capitale, non comparivano nemmeno sulla mappa della città.

Chávez e il Potere Costituente

“No, il potere costituente non può essere ostacolato, non può essere ostacolato dal potere costituito [...] Alcuni autori parlano della terribile natura del potere costituente. Penso che sia terribile il potere costituente, terribile, complesso, rivoluzionario ma ne abbiamo bisogno. Non ci si dovrebbe sottomettere al potere costituente [...] il potere costituente è e deve essere- compatrioti- una potenza permanente, una potenza di elaborazione, un’iniezione rivoluzionaria, per ripristinare, molto occasionalmente, il nostro processo bolivariano”.

Tratto da El negocio de la guerra. Nuevos mercenarios y terrorismo de Estado. Caracas: Monte Àvila Editores, 2009.

Venezuela: paramilitarismo e ‘contra’ in costruzione

Il processo bolivariano in Venezuela è nel mirino degli Stati Uniti, non solo per la grande ricchezza di risorse del paese (principalmente petrolio, ma anche gas, acqua, alluminio, ferro, oro, biodiversità e altro ancora) ma anche per il ruolo centrale che svolge nell’integrazione continentale che si sta sviluppando e la possibilità di cambiamenti fondamentali che la politica estera venezuelana apre anche per altri paesi. Non c’è dubbio che gli Stati Uniti siano disposti a far crollare il processo bolivariano con qualsiasi mezzo.

Lo Stato delle Comuni: consigli comunali, comuni e democrazia operaia

Il carattere peculiare di quello che Hugo Chávez chiamava il processo Bolivariano sta nell’aver capito che la trasformazione sociale può essere costruita nei due sensi, “dall’alto” e “dal basso”.

Venezuela. Il controllo operaio

Nei primi anni della presidenza Chávez, quella del controllo operaio era un’idea
sostenuta solo da un piccolo gruppi di lavoratori e dallo stesso Presidente, che di quando in quando si dichiarava a suo favore. Le nazionalizzazioni nel settore industriale sono iniziate solo nel 2005, e in un primo momento sono state una risposta alle occupazioni di fabbriche e alle manifestazioni dei lavoratori e delle lavoratrici.

Laboratorio America Latina

L’America Latina funziona da oltre duecento anni come un vero e proprio laboratorio che anticipa fatti ed eventi che poi si riproducono nel resto del mondo. Alla Rivoluzione francese ha fatto seguito la Rivoluzione di Haiti (1791-1804), la prima rivoluzione dell’America Latina, che ha radicalizzato le istanze di quella francese e ha portato all’abolizione della schiavitù. La maggior parte delle nazioni americane sono diventate delle repubbliche ben prima di quelle europee, e la prima rivoluzione sociale del XX secolo è stata quella messicana, qualche anno prima della rivoluzione russa.

Potere popolare e organizzazione locale in Venezuela

Termine: 

Un altro mondo è ancora possibile?

Un altro mondo è ancora possibile?
a cura di
Francesca Guerisoli e Stefano Taccone
Palazzo Ducale, Sala Dogana - Genova
8 – 24 luglio 2011
da martedì a domenica 15.30-19.30
Inaugurazione: giovedì 7 luglio ore 18.30

Tredici artisti e collettivi internazionali osservano in modo critico il mondo a dieci anni dai fatti del G8 di Genova, ponendo al centro delle loro riflessioni il tema della sostenibilità ambientale, la crisi economica, le disuguaglianze sociali e i mezzi di partecipazione attiva attraverso i quali i cittadini promuovono il cambiamento sociale.

La rivoluzione bolivariana è nel mirino della geopolitica imperiale

Il Venezuela dinanzi al dilemma militare

La rivoluzione bolivariana, in Venezuela, è nel mirino della geopolitica imperiale di Washington. Le immense ricchezze petrolifere che giacciono nel sottosuolo, hanno trasformato il paese caraibico in un prezioso bottino per l’avidità della prima economia mondiale, che in grandissima misura si alimenta di petrolio.

le sfide collettive dell’economia solidale e socialista in Venezuela

Tra costruzione alternativa e conflitto

America Latina Dal Basso

Con contributi di: Marco Coscione, José Luiz del Roio, Lola Sepúlveda, Pablo Ospina Peralta, Augusto Rigoberto López Ramírez, María Belén Cevallos, Raúl Zibechi, Marielle Palau, Javier Karmy Bolton, Malte Daniljuk, Jan Ullrich, Collettivo donne di Matagalpa, Iván Falcón Pizarro, Francesca Baggia, Tatiana Sepúlveda, Pablo Mamani, Manuel Rozental e Vilma Almendra, Alejandra Santillana, Stalin Herrera, Teresa Casanova, Giuseppe Coscione, Estela de Carlotto, Miguel Ángel Albizures, Ruth del Valle Cóbar, Luís Venegas, Luciana Ghiotto

i Consigli Comunali in Venezuela

Potere popolare ed organizzazione locale

America Latina Dal Basso

Con contributi di: Marco Coscione, José Luiz del Roio, Lola Sepúlveda, Pablo Ospina Peralta, Augusto Rigoberto López Ramírez, María Belén Cevallos, Raúl Zibechi, Marielle Palau, Javier Karmy Bolton, Malte Daniljuk, Jan Ullrich, Collettivo donne di Matagalpa, Iván Falcón Pizarro, Francesca Baggia, Tatiana Sepúlveda, Pablo Mamani, Manuel Rozental e Vilma Almendra, Alejandra Santillana, Stalin Herrera, Teresa Casanova, Giuseppe Coscione, Estela de Carlotto, Miguel Ángel Albizures, Ruth del Valle Cóbar, Luís Venegas, Luciana Ghiotto

Intervista con Dario Azzellini di Natalia Aruguete e Walter Isaía


La guerra ormai non è per imporre un altro modello economico: è il modello


Intervista a Dario Azzellini, ricercatore italiano sulle "nuove guerre". L’idea del conflitto permanente crea condizioni per la nascita di un modello economico che sarebbe impossibile da imporre in condizioni di pace. Allo stesso tempo, è sempre più importante l’intervento di Compagnie Militari Private (CMP) in tutto il mondo, dall’Iraq fino alla Colombia.

Che significa la denominazione “nuove guerre” che Lei usa nel libro “L'affare della guerra”? 


Eccola in una mappa 6 metri per 3

La guerra si privatizza

La guerra è troppo importante per lasciarla ai generali, recita il vecchio proverbio. Lo stesso vale per i Ceo (i chief executive officer, ossia gli amministratori delegati, ndr)». Così Peter W. Singer, autore di Corporate Warriors, mette in guardia contro i rischi dell’outsourcing militare. Eppure, i cowboys della guerra privatizzata scorrazzano da Baghdad alla Guinea Equatoriale.