La dittatura di Chávez

Pochi personaggi al mondo sono nel mirino della stampa internazionale come il Presidente venezuelano Hugo Chávez. Viene chiamato dittatore, autoritario, buffone e matto. Dittatore nonostante essere stato eletto tre volte come Presidente, essersi sottoposto addirittura a un referendum a metà presidenza (nessun’altro capo di Stato al mondo ne ha avuto il coraggio finora), e aver vinto altre otto elezioni e referendum con le forze che lo appoggiano. Le ultime elezioni presidenziali le ha vinte nel dicembre del 2006, Chávez con un 62,84% dei voti contro il 36,9% per il candidato dell’opposizione (cioè di praticamente tutti gli altri partititi esistenti), un risultato del quale si possono vantare pochi presidenti eletti democraticamente al mondo. E la partecipazione è stata del 74,69% dell’elettorato, un dato che non si raggiunge nella maggior parte dei paesi europei. E per chiarirlo subito: le elezioni venezuelane sono tra le più osservate al mondo e sono state dichiarate trasparenti, libere e democratiche dalla Unione europea, il Centro Carter e l’Organizzazione di Stati americani, non proprio amici del Venezuela e del socialismo.

È dalla guerra contro il Vietnam che non si è più vista una tale distorsione propagandistica della realtà come nel caso del Venezuela. Qualche mese fa si leggeva sulla stampa internazionale dei razionamenti d’energia in Venezuela, un’altra prova per la rovina nella quale Chavez sta manovrando il Venezuela. Nessuna parola sul fatto che per due anni non ha praticamente piovuto e il paese del petrolio produce il 72% della sua elettricità con impianto idroelettrici. La mancanza di piogge a causa del fenomeno naturale El Niño ha colpito vari paesi sudamericani. Alcuni peggio del Venezuela, ma anche su questo non si è letto niente. Come neanche niente si è letto sul fatto che il consumo elettrico dopo dieci anni di Chávez si è praticamente doppiato a causa della crescita. Da quando è iniziata la stagione delle piogge a maggio il razionamento è stato abolito.

E mentre secondo la stampa internazionale in Venezuela si fa la fame, non ci sono alimentari nei supermercati e la situazione è vicina a una catastrofe (naturalmente si tratta di una «cubanizzazione»), il Venezuela è l’unico paese ad avere già compiuto le famose mete del Millennio decise dagli Stati della Onu nel 2000 per il 2015: i poveri in Venezuela sono diminuiti dal 54% nel 1998 al 23% nel 2009 e la povertà estrema nello stesso tempo dal 23% al 6%. Anche lo sviluppo del Venezuela nell’Indice di sviluppo umano è tra i più positivi del continente. E il coefficiente Gini, misura della diseguaglianza, è sceso da 0,48 a 0,39, diventando il migliore di tutta l’America Latina.

E mentre all’estero si legge che Chávez mette il bavaglio ai media o li chiude, in Venezuela si vive una crescita enorme di media indipendenti e locali. In dieci anni sono nate e state regolarizzate più di trecento radio e una dozzina di canali di televisione e lo Stato ha aperto vari canali pubblici nuovi. In verità non sono mai stati chiusi dei media dal governo. Nel 2007 la licenza per trasmettere un segnale aperto su antenna del canale privato RcTv non è stata rinnovata a causa della mancanza di un interesse pubblico. Il canale aveva partecipato al colpo di Stato nel 2002.

Durante gli ultimi anni sono state alfabetizzate 1,5 milioni di persone, 1,5 mezzo di bambini e giovani anteriormente marginalizzati sono stati integrati al sistema scolastico e dal 2003 il governo offre corsi di doposcuola per rifare le elementari, le medie e le superiori, la maggior parte con l’aiuto di una piccola borsa di studio. Un nuovo sistema universitario decentralizzato ha creato cinquecentomila nuovi posti di studio (il sistema pubblico vecchio tuttora esistente ha 440.000 studenti). Nelle scuole più di quattro milioni di bambini e ragazzi ricevono tre pasti (colazione, pranzo e merenda). Il sistema scolastico, come anche l’università sono gratis, non si paga nessuna spesa. E anche il sistema nazionale di salute pubblica che si sta costruendo dal 2003 è completamente gratis. Inoltre si sta instaurando un sistema di autogoverno locale con democrazia diretta. E dai diritti non è escluso nessuno! Anche chi non ha la nazionalità o la residenza ha gli stessi diritti. Che dittatura!


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